Linee guida Eba, cosa cambia per le PMI
Le PMI rappresentano il tessuto produttivo italiano.
Si tratta del 92% delle imprese attive, abili nel l’impiegare l’82% dei lavoratori italiani e generare un valore aggiunto di 224 miliardi di euro (fonte Sole24Ore)
Alle imprese italiane, PMI comprese, verrà quindi richiesto di produrre adeguati e verificati flussi informativi, ovvero analisi storiche, correnti e prospettiche accurate, affidabili e tempestive.
Generare questi documenti significa per le imprese adottare una formale gestione pianificata dei flussi di tesoreria, quindi dotarsi di strumenti avanzati che permettano a CFO e addetti al cash flow di produrre le documentazione richiesta dalle banche al momento della richiesta di mutui e finanziamenti.
Lo specificano le stesse linee guida dell’Eba:
“Gli enti dovrebbero valutare il modello aziendale e la strategia dei mutuatari, anche in relazione allo scopo del prestito (…) Gli enti dovrebbero valutare la fattibilità del piano aziendale e delle proiezioni finanziarie associate, in linea con le specificità del settore in cui il mutuatario opera”
Le linee guida dell’Eba chiedono quindi alle aziende che vogliono accedere al credito di effettuare simulazioni predittive, ovvero di dimostrare lo stato dell’attività di impresa in uno scenario futuro.
La richiesta non è semplice e, oltre alla giusta dotazione strumentale (software per la gestione della tesoreria in primis) chiede all’impresa di essere perfettamente consigliata sulle scelte da effettuare, per affrontare le richieste nel migliore dei modi e ottimizzare le operazione richieste per accedere al credito.
Le linee guida Eba nello specifico
Quali linee guida dell’Eba avranno più impatto nelle PMI?
Uno dei principali problemi che le banche si sono trovate ad affrontare negli ultimi anni è stato l’asset quality, ovvero le criticità sorte in seguito alla nascita di elevati livelli di non performing loans, i crediti deteriorati, problema che ha coinvolto l’Italia così come altri paesi dell’Unione Europea.
A fine 2019, l’NPL ratio è passata dal 20% al 10% grazie al derisking , ma l’ombra dell’emergenza sanitaria rischia di aumentare la quantità di crediti deteriorati e per questo il focus della vigilanza si è spostato sul credit performing, ovvero sulle modalità di erogazione e di monitoraggio del credito.
Lo scopo è prevenire l’afflusso di nuovi stock di crediti deteriorati, missione che ha portato la BCE a chiedere agli istituti di credito di analizzare qualità e rischiosità dei crediti concessi nel corso del 2019.
Nel 2020 sono state pubblicate le risultanze e, a seguito di questi dati, l’Eba ha pubblicato la prima versione delle linee guida che fornisce alle banche le best practices da seguire in materia di concessione del credito.
Si tratta di guide prudenziali, atte a prevenire la formazione di crediti deteriorati in futuro, nonché a garantire la stabilità del sistema finanziario europeo.
Sono 5 le maggiori aree di raccomandazioni da parte dell’Eba:
- Pratiche di concessione del credito
- Pricing
- Internal Governance
- Valutazione delle garanzie
- Monitoraggio della vita del credito
In questo scenario, chi richiede il credito è chiamato a dimostrare di avere una buona valutazione del merito creditizio , che verrà analizzata attraverso parametri specifici con indicatori di rischio e strumenti di analisi come la sensitivity analysis.
L’Eba ha insistito molto sugli strumenti di valutazione del cash flow e chiesto alle aziende di lavorare in ottica forward looking ovvero di guardare in avanti, rivolgendo l’attenzione a una prospettiva futura, piuttosto che al passato e a una prospettiva consuntiva.
Banche e imprese sono quindi chiamate a convergere verso la gestione del rischio.
Alle imprese viene richiesto di aumentare l’efficienza gestionale, di implementare nuovi modelli di analisi e pianificazione finanziaria, nonché nuovi modelli di comunicazione finanziaria.
Per contro, le banche adegueranno i modelli organizzativi e valutativi, effettueranno una valutazione di merito e coerenza con proiezioni finanziarie e analizzeranno il merito creditizio non più a spot ma reiterato.
Cosa dovranno fare le imprese per adeguarsi alle linee guida dell’Eba?
Calcolare un budget di tesoreria e disporre degli strumenti per il calcolo di un rating andamentale, analizzare costi e marginalità operative per elaborare un rating quantitativo nonché lavorare sulla redazione di un budget e di un piano industriale.
Questo perché, a seguito delle linee guida dell’Eba, le banche chiederanno alle aziende documenti a cui, molto probabilmente, gli imprenditori potrebbero non essere abituati, perché nuovi e di nuova formulazione.
Nel concreto, per il calcolo del rating le banche chiederanno i redditi e flussi di cassa attuali e prospettici, la posizione e gli impegni finanziari attuali e prospettici, un modello di business e piani aziendali supportati da proiezioni finanziarie.
Considerando che l’Eba ha sottolineato alle banche l’importanza di effettuare stime realistiche e sensitive analysis per calcolare la Posizione Finanziaria netta e i flussi per il rimborso dei crediti, verrà chiesto alle aziende di presentare la posizione finanziaria netta attuale e prospettica, il grado di leva finanziaria, il DSCR prospettico (indice presente fra gli indicatori del Codice della Crisi di Impresa), i flussi di reddito e i flussi di cassa attuali e prospettici, nonché gli eventuali flussi di cassa stressati da aventi straordinari.
Questo nel contesto delle PMI, perché alle grandi aziende le banche richiederanno un’analisi di redditività attuale e futura, ciclo di monetizzazione del circolante e distribuzione di dividendi.
Infine, stando alle linee guida dell’Eba, in caso le banche abbiano dubbi sull’analisi dell’assetto organizzativo aziendale, alle aziende potrà essere richiesto un modello di business aziendale, dimostrazioni in merito alla managerialità e alla capacità di gestire operazioni di debito, proiezioni basate su conto economico, cash flow prospettici e stato patrimoniale, nonché di presentare eventuali rischi di concentrazione verso clienti o fornitori strategici.
La parola d’ordine sembra quindi essere futuro, ovvero alle aziende verrà chiesto di rafforzare la pianificazione finanziaria sia sul breve che sul medio termine, ma anche di analizzare scenari alternativi e monitorare costantemente il cash flow, per avere la sicurezza di essere in grado di coprire gli impegni finanziari in essere.
Ne deriva uno scenario stringente, dove le imprese meritano di essere affiancate da consulenti che sappiano consigliare CFO e imprenditori in questi passaggi, nella redazione dei documenti, così come nella scelta degli strumenti migliori da utilizzare internamente in azienda.
Se così non fosse, a seguito delle linee guida dell’Eba, le aziende rischierebbero di incontrare serie difficoltà nell’accesso al credito, trovandosi così ad affrontare non solo una situazione stringente, ma anche un ventaglio di richieste difficile da comprendere e soddisfare.
Per questo Counsel è a fianco delle imprese per fornire il migliore servizio di consulenza in materia di pianificazione finanziaria e per aiutare imprenditori e addetti ai lavori a redigere i documenti necessari per procedere con un buon accesso al credito, nel rispetto delle linee guida dell’Eba.