Codice della Crisi di Impresa: la genesi dal 2019 al 15 Luglio 2022.
Il 14 febbraio del 2019 è stato pubblicato il Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza in Gazzetta Ufficiale.
Il 16 marzo del 2019 sono entrate in vigore le prime norme.
Il termine finale per nominare gli organi di controllo della società era stato originariamente fissato per il 16 dicembre 2019.
Il 5 agosto 2021 il Consiglio dei Ministri aveva deliberato in merito alla revisione della legge sulla crisi d’impresa, entrata poi in vigore il 25 agosto dello stesso anno.
Il decreto conteneva importanti modifiche e novità, la principale delle quali riguarda la nuova procedura della composizione negoziata entrata in vigore il 15 novembre 2021.
Ricordiamo che, con l’arrivo della pandemia (e con la consapevolezza dei gravi danni ai quali sarebbero potute andare incontro le imprese italiane), il Governo aveva varato una serie di normative eccezionali, includendo il rinvio dell’entrata in vigore del Codice.
Una volta terminata la fase di emergenza (31 marzo 2022) le imprese dovranno mettere in atto ciò che era stato stabilito dal Codice.
Nella seduta del 17 marzo 2022, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, lo schema del decreto legislativo che, in attuazione della direttiva Insolvency, introduce modifiche al Codice della crisi d’impresa di cui al D. Lgs. n. 14/2019.
Si arriva quindi al 16 maggio 2022, data che era stata stabilita per l’entrata in vigore di tutte le norme del nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza ad eccezione di quelle relative al sistema di allerta.
Per arrivare al 15 Luglio 2022, nuova data per l’entrata in vigore del Codice e differimento, in linea con il termine ultimo stabilito per il recepimento della direttiva Insolvency.
Il cambio di paradigma: un nuovo concetto di crisi
Il nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza porta con sé una nuova idea di crisi; la riforma della legge fallimentare la definisce come uno stato di difficoltà economico finanziaria che rende probabile l’insolvenza dell’impresa e che si manifesta con un’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici.
L’impresa e l’imprenditore che non provvedono ad effettuare la corretta pianificazione finanziaria possono, quindi, trovarsi in una situazione di crisi di liquidità e, di conseguenza, non riuscire a rispettare i parametri previsti dal Codice, rientrando nella casistica di probabile default.
Nuovo codice della crisi d’impresa: gli obblighi dell’impresa
Il nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza porta con sé tre grandi novità relative agli obblighi delle imprese:
- Innanzitutto, l’impresa è obbligata a costituire degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati a prevenire la crisi;
- ha inoltre l’onere di nominare degli organi di controllo, ovvero dei sindaci o dei revisori dei conti;
- ed infine sono attribuite maggiori responsabilità agli amministratori.
Addio alla composizione negoziata con il nuovo Codice della Crisi di Impresa?
La composizione negoziata della crisi di impresa (Cnc) non verrà abolita, ma modificata con il nuovo Codice della Crisi di Impresa.
L’articolo 2 dello schema di decreto la inserisce infatti nel corpo del nuovo Codice.
Schema di legge: le principali novità del Codice della Crisi di Impresa
Lo schema di legge per il nuovo Codice della Crisi di Impresa specifica quali sono i nuovi strumenti per consentire all’imprenditore di rilevare tempestivamente l’esistenza di un eventuale stato di crisi o di insolvenza.
Di conseguenza, indica quando attivarsi per superarle.
Come previsto, la disposizione dà attuazione alla direttiva comunitaria e indica le condizioni ed i termini a cui l’imprenditore deve fare riferimento per provvedere alla ristrutturazione dell’impresa ed evitare, così, la crisi.
Lo schema del nuovo Codice della Crisi di Impresa prevede che, per rilevare tempestivamente la crisi, le misure e gli assetti ritenuti idonei dovranno permettere di:
1- Rilevare gli eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario;
2- Verificare la non sostenibilità dei debiti e l’assenza di prospettive di continuità aziendale per i 12 mesi successivi e i segnali di allarme identificati dall’art. 3 comma 4 del nuovo Codice della Crisi di Impresa;
3- Ricavare le informazioni necessarie a seguire la lista di controllo particolareggiata ad effettuare il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento;
I parametri specifici per i segnali di allarme
Secondo lo schema di legge, sono segnali di allarme:
1) Il fatto che sussistano debiti per retribuzioni scaduti da almeno 30 giorni pari a oltre la metà dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni;
2) Il fatto che sussistano debiti verso fornitori scaduti da almeno 90 giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti;
3) Il fatto che esistano esposizioni nei confronti delle banche e degli altri intermediari finanziari scadute da più di 60 giorni o che abbiano superato da almeno 60 giorni il limite degli affidamenti ottenuti in qualunque forma, purché rappresentino complessivamente almeno il 5% del totale delle esposizioni;
4) Il fatto che l’azienda abbia una o più esposizioni debitorie previste dall’articolo 25-novies, comma 1 del Codice della Crisi di Impresa che riguarda le segnalazioni dei creditori pubblici qualificati, i quali dovranno segnalare all’imprenditore la necessità di attivare la Composizione Negoziata*.
Gli organi di controllo per le Srl
Ricordiamo che il nuovo termine per la nomina dell’organo di controllo è stato spostato alla chiusura del bilancio 2022, quindi per marzo 2023.
Gli anni da prendere in considerazione per la verifica dei parametri dimensionali sono gli anni 2021 e 2022.
Qualora anche solo uno di questi limiti:
- totale attivo maggiore di 4 milioni di euro,
- ricavi delle vendite maggiori di 4 milioni di euro
- media dei dipendenti maggiore di 20
venga superato per i due esercizi presi in considerazione, l’azienda ha l’obbligo di istituire l’organo di controllo.
Gli indicatori nel nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza
Si è molto dibattuto in merito agli indicatori del Codice della Crisi di Impresa.
Si tratta di indici volti a presumere l’esistenza della crisi, permettendo di verificare la sostenibilità dei debiti per un periodo di tempo di almeno sei mesi.
Sostanzialmente, questo si traduce nella possibilità di valutare la continuità aziendale.
Attualmente l’entrata in vigore è stata prorogata alla fine del 2023, in attesa di verificare l’efficacia della nuova “Composizione negoziata”.
Uno degli indici che vengono presi in considerazione per valutare la sostenibilità dei debiti e quindi la continuità aziendale è il Dscr.
Si tratta del servizio del debito, ovvero l’ammontare necessario per pagare interessi e quote capitale dei finanziamenti che l’impresa ha in essere.
Perché un’azienda non sia considerata in una situazione di crisi, il Dscr deve avere valori maggiori di 1, cioè il numeratore deve essere maggiore del denominatore.
Il numeratore comprende il cash flow disponibile per il servizio del debito (somma tra le giacenze di cassa iniziali e le entrate previste nell’arco dei sei mesi), meno le uscite operative previste nello stesso arco di tempo compreso il pagamento delle tasse.
Il denominatore comprende la somma delle uscite a rimborso del debito finanziario, inteso come quote capitali e interessi di competenza nei sei mesi successivi.
Come rispettare la normativa?
Un modus operandi preventivo e una visione forward looking: questo è ciò che il nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza chiede ad ogni imprenditore di adottare da qui in avanti.
La verifica dei parametri indicati, il calcolo degli indici e, in generale, la capacità di poter dimostrare la propria solvibilità finanziaria a 6 mesi, diventa un obbligo.
Nella pratica, l’imprenditore deve dotarsi di un corretto sistema informatico per la gestione della tesoreria aziendale, che permetta di operare con i flussi di classe di cassa prospettici in modo fluido, ma che al contempo possa garantire un semplice calcolo degli indici previsti internamente all’azienda.
Non solo, l’imprenditore merita di essere accompagnato in questo passaggio, di conoscere i punti della normativa che gli interessano e che deve rispettare per legge.
Per questo Counsel è a fianco delle imprese, con raffinati servizi di consulenza, anche in merito all’entrata in vigore del nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza.
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