Moratorie sul credito prorogate e potenziate
Moratorie sul credito PMI
Slitta al 30 giugno 2021 le moratorie sul credito per le PMI, che possono chiedere il congelamento delle rate di prestiti e/o mutui. Questa moratoria è stata prorogata con il Decreto Cura (articolo 56, D.L. n. 18/2020).
I dati ci parlano di oltre 2,7 milioni di domande o comunicazioni di moratoria arrivare finora (dati rilevati e analizzati al 29 gennaio 2021 da Bankitalia), per un valore di circa 300 miliardi di euro.
In termini di importi, si stima che il 95% delle domande sia stato accolto dalle banche, il 4% rigettato e il restante sia in corso di esame.
Fondo di Garanzia PMI
Le novità che interessano il Fondo Garanzia PMI riguardano:
- I prestiti fino a 30.000 euro, per cui il piano di ammortamento può essere portato a 15 anni. Chi, al 1 gennaio 2021 ha ottenuto un finanziamento agevolato dal fondo può quindi richiederne l’estensione.
- Le mid cap ( (imprese che contano da 250 a 499 dipendenti) che saranno ammesse alla garanzia SACE alle stesse condizioni agevolate del Fondo per le PMI, con copertura del 90% del finanziamento.
Garanzia Italia
Il Decreto Liquidità modificato dalla Legge 30 dicembre 2020 ha ampliato le possibilità di utilizzare le garanzie statali come quella di SACE S.p.a, società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nell’assicurazione del credito.
La possibilità di richiedere la garanzia è stata prorogata al 30 giugno 2021 e prevede che banche e istituzioni finanziarie possano accedervi a titolo oneroso per finanziare nuovi finanziamenti alle imprese.
Moratorie sul credito: le scadenze
Le moratorie sul credito sono state prolungate a causa degli effetti della pandemia, ma tra dicembre 2020 e aprile 2021 terminano il loro corso, aprendo nuovi scenari per le imprese.
Rilevazioni in Centrale dei Rischi
Dal 1 gennaio 2021, le imprese che hanno contratto un debito maggiore 500 euro con ritardo nel rimborso di oltre 90 giorni possono finire nell’elenco dei cattivi pagatori ed essere quindi segnalate alla Centrale dei Rischi se tale importo supera l’1% dell’esposizione totale verso lo stesso istituto.
Si tratta della dichiarazione di default, una regola che era stata già approvata prima della pandemia e ha fatto nascere numerose discussioni, considerati i gravissimi effetti che il Covid ha avuto sulle imprese italiane.
Il rischio è che, con l’abbassamento della soglia di sconfinamento, si possa registrare un’impennata di crediti deteriorati e che questo atteggiamento estremamente prudenziale induca le banche a stringere i cordoni del credito, riducendo le possibilità di accedervi per tante imprese italiane.
Tuttavia, una nota di Bankitalia del 28 gennaio 2021 ha riportato che: “la nuova definizione riguarda esclusivamente il modo con cui le banche e gli intermediari finanziari devono classificare i clienti a fini prudenziali, ossia ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali minimi obbligatori per le banche e gli intermediari finanziari”.
La nota riporta inoltre che “Dal 1 gennaio le banche potranno continuare a consentire ai clienti utilizzi del conto, anche per il pagamento delle utenze o degli stipendi, che comportino uno sconfinamento. «Si tratta tuttavia di una scelta discrezionale della banca, che può consentire oppure rifiutare lo sconfinamento. È quindi importante conoscere bene il contratto stipulato con la propria banca e dialogare con essa».
Aprile 2021 chiusura bilanci delle banche con probabili maxi accantonamenti prudenziali
Come possono muoversi le aziende?
Posto che lo scopo principale è che le aziende possano continuare a produrre, commerciare, sviluppare e ricercare, serve il credito concesso dalle banche.
Per poterlo ottenere, alla luce della scadenze delle moratorie sul credito e dei parametri più stringenti che le stesse banche sono chiamate a rispettare, occorre che le imprese possano dimostrare fondamentali solidi ed equilibrati.
Soprattutto, oggi più che mai occorre dimostrare alle banche la capacità di rimborsare il credito concesso alle scadenze pattuite.
I documenti che possono attestare l’equilibrio e la solidità aziendale sono principalmente quattro:
- Centrale Rischi Banca d’Italia aggiornata mensilmente
- Bilancio annuale con rendiconto finanziario ed indici OCRI, situazioni trimestrali aggiornate
- Budget di cassa annuale aggiornato mensilmente con DSCR progressivo
- Business plan almeno triennale aggiornato
Budget e bilanci per migliorare l’accesso al credito
Oggi più che mai e alla luce del termine delle moratorie sul credito, è cruciale che l’impresa disponga di ‘numeri’, ovvero che gli imprenditori possano verificare cosa i dati numerici rappresentano, per poter analizzare al meglio ogni singolo comparto aziendale.
Che si tratti di risorse umane, oneri finanziari, imposte o costi delle materie prime, i numeri che sono frutto di rendicontazioni precise permettono oggi di costruire una reputazione finanziaria solida che si traduce in un buon biglietto da visita da dare alle banche e agli istituti che concedono credito.
Per definire i dati (soprattutto in merito alla liquidità) e costruire un accesso al credito ancor più forte e proficuo, è quindi importante costruire un business model canvas, strumento che permette all’azienda di essere compresa all’esterno, anche nelle sue scelte più strategiche e lungimiranti.
Il business model canvas può infatti contenere i fattori chiave che si sono finora concretizzati nell’attività di impresa e che rappresentano le leve di sviluppo fondamentali per migliorare e strutturare l’accesso al credito.
Accesso al credito che può essere quindi migliorato, grazie all’adozione di pratiche volte ad analizzare con precisione i dati aziendali nonché all’analisi della propria posizione rispetto alla Centrale dei Rischi.
Documento – Le norme europee sul calendar provisioning
e sulla classificazione della clientela da parte
delle banche (Audizione del Governatore della Banca d’Italia Visco)